Musicisti all'altezza, anzi che fanno miracoli, soprattutto in considerazione della scarna vicenda melodica. When I’m Sixty-Four. Si sarebbe rivelata un'idea balzana: un mese rinchiusi là, in un luogo seppur bellissimo, fecero sì che persino le gite a Milano, dicesi Milano, fossero salutate con ovazioni all'americana e cappelli lanciati in aria in stile cowboy. Da Un altro giorno è andato, Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto (Firenze, Giunti Editore, 1999): "La canzone più misteriosa in assoluto è Autogrill, intravista e non vissuta, venuta fuori chissà come. mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR... Registrato e mixato presso lo Stone Castle Studio di Carimate (CO) da Ezio De Rosa nell’aprile del 1983, Guccini è l’undicesimo album di Francesco Guccini. E’ palese che il vino è da sempre visto dall’uomo, come una consolazione, un conforto per le prove che la vita ci mette di fronte, ma anche un conforto gioioso quando ci troviamo a voler condividere con qualcuno un momento significativo e lieto dell’esistenza. sentiva la balbuzie intellettuale e l' afasìa E già sentiva in bocca l'odore della polvere della mina. Powered by TUSCA SRLS P iva: 06618850488, Migliori 20 Canzoni sul Vino (Aggiornato 2020), Nebbiolo: Caratteristiche Vino, Vitigno e Abbinamenti, Migliori 20 Barolo rapporto qualità prezzo. Accompagnato da alcuni tra i più bravi strumentisti italiani, l'altra sera ha presentato a Milano, in un teatrino già assediato dalla prima afa e dalle prime zanzare, il suo nuovo 33 giri, intitolato senza troppa fantasia (ecco l'unica concessione alla moda, che gli perdoniamo volentieri) Guccini. “La società dei magnaccioni” cantata da Gabriella Ferrari, “Il primo bicchiere di vino” Sergio Endrigo, “Il pane, il vino e la visione” Sergio Cammariere, “Canzone delle Osterie di Fuori Porta” Francesco Guccini, “Er tranquillante nostro” cantata da Gigi Proietti, © All Rights Reserved. e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità, gaucho di Sondrio o Varese, ghigna da emigrante, impantanato laggiù lontano. io solo qui alle quattro del mattino. e allora ti prende quella voglia di volare che ti fa gridare in un giorno sfinito, E quella che ti aspetta è un' alba uguale che ti si offre come una visione, Ma confondendo i viaggi con la loro parodia, Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è considerato uno dei più importanti e popolari cantautori italiani. Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione Guccini, 80 primavere tra ballate, canzoni e l’inno alla cultura del vino. la stessa del tuo cielo boreale, l'alba dolce che dà consolazione ... Ho sempre scritto canzoni per me, mica perché mi credevo un guru. i sogni con l' azione del partire, But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience. e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina, Gli spartiti di Guccini sono stati pubblicati da Edizioni Musicali La Voce del Padrone. E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così da … Diciamo che è lo sfogo cultural-poetico legato ad 'un versetto della Bibbia che ha sempre attirato la curiosità degli interpreti. e che vita facevo in Argentina? o nel mondo suo illusorio e limitato, Francesco Guccini. Parte musicale all’altezza: dicevamo omeopatica in quanto l’esoticità della lingua non poteva fare a meno di risvegliare flauti e timpani, chitarre con flanger, voci evocanti… Con “Inutile” torniamo su schemi che, se non altro, ci sono più vicini. se e quando moriremo, ma la cosa è insicura, Una dichiarazione d’intenti, più che una semplice canzone: “mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino”. anche se prendi sempre delle cose, anche se qualche cosa lasci in giro, da tempo e mare, da tempo e mare, Via Paolo Fabbri 43, 1976. Sostenuto dalla consueta intensità vocale, e questa volta anche da una particolare cura negli arrangiamenti Guccini è un disco vigoroso e mai noioso; persino l'ultima canzone, una di quelle tirate «tra culo al mondo» in cui Francesco celebra il piacere di stare con i suoi pochi amici alla faccia di chi gli vuole male, si rende bene accetta per la gioviale allegria dell'interprete, facendogli perdonare quel tanto di manieristico di cui le sue dichiarazioni-invettive sono spesso intrise. e sorridendo come sa sorridere soltanto intuiva con la mente disattenta del gigante per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia: sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa, chiesi, e la pagai, e l' aria calda porta il sapore di stelle e assenzio, E questa fedeltà a se stesso rivela una buona fibra artistica, ma soprattutto una notevole dose di dignità personale: un complimento, quest' ultimo, che oggi tocca davvero a pochi. il senso grossolano della storia Quella Croce del Sud nel cielo terso, Anche per lui era stato un sogno, non diciamo spento, ma senz’altro ridimensionato con la conoscenza effettiva. E per scacciarlo aveva in corpo il primo vino di una cantina. Si può cantare a voce sguaiata quando sei in branco, per allegria ... L'attenzione per le rime è un aspetto ricorrente nelle canzoni di Guccini che nel corso della sua carriera ha deliziato gli ascoltatori con accostamenti unici. Con "Gulliver" si torna ad un episodio abituale per Guccini e cioè all'inserimento di un brano cui ha collaborato qualcun altro. Poi un giorno, disegnando un labirinto di passi tuoi per quei selciati alieni non sono vagabondi o abbaialuna, Ma Guccini è un maestro: un artigiano che cura le sue creature come farebbe un ebanista con un mobile, un restauratore con una cornice. Ma "a che punto è la notte, vedetta?" Guccini: "A 80 anni ho scoperto perfino il vino bianco" Il cantautore: "Sto in piedi con le medicine e guardo le serie tv, odio sempre l’Avvelenata. Guccini, o del vino vecchio Come previsto, niente di nuovo dal concerto di Francesco Guccini: ma ancora tanta coerenza, che affascina e richiama. cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa In questo articolo vogliamo mettere in evidenza la forza del vino attraverso la musica e soprattutto le canzoni, come omaggio al Vino. Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria, veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni, Non si tratta, però, come qualcuno ha voluto vederci, di un simbolo di carattere sociale e politico, ma piuttosto di un universale antropologico. Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...", Soprattutto quando parla degli amici in serie B (che però oramai son quasi in C). come i posti in cui non si vivrà, come la gente che non incontreremo, "ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa... subito con "Autogrill” proprio la canzone della rima con juke-box. ... ma nulla può impedire che si inneggi alla vita alzando al cielo un calice di vino. l' aereo è sempre "The Spirit of Saint Louis" ,"Barone Rosso" deserta dell' estate, in ogni simbolo imbecille e vacanziera nei vecchi amici che incontrava per la via, Un curioso, intenso deambulare: se imbocca un' autostrada, è per fermarsi in un autogrill (titolo della prima canzone, forse la più bella del disco) a contemplare una ragazza e anche il resto, come in un interno che spezzi e annulli la monotonia del nastro di asfalto; se va a trova il tempo di dilungarsi sulla pessima qualità di un fritto di pesce loffio e stantio; se va m Argentina, è addirittura per chiedersi se, al di fuori di Pavana il mondo sia veramente cosi diverso, e la vita possa davvero cambiare. E alla fine, Gulliver, è costretto ad ammettere la sconfitta: “Da tempo e mare non s'impara niente”. (questa una delle traduzioni del versetto), non significa necessariamente "quanto resta della notte" come interpretato da Guccini, ma anche questo non ha parecchia importanza. Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare Pensi, quindi, che si tratti di un episodio? due facce di medaglia che gli urlavano in mente: Sono quasi 200 citazioni, avrei potuto farne … ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché Da un’intervista di Beppe Caporale pubblicata su “Ciao” del 12 giugno 1983: Cominciamo. Un mezzo per valutarne la bontà si evince anche da questo, dalla voglia di aprire una bottiglia e di godere della vita, non solo da etichette, brand,nevitabili professionalmente, si sa. Oppure, chissà com'è fatta l' Argentina, posar la giacca, fare colazione e ritrovarsi in giorni e volti uguali, This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. di chi gli domandava per capire. Tutte sensazioni che fuori da un vero e proprio quadro, anzi da una serie di quadretti descrittivi: torniamo accaduto con "Autogrill”, a quelle sensazioni quasi filmiche, che, però, in questo caso vedono un coinvolgimento ancor maggiore della voce cantante. Lo rivela lo stesso cantautore in Un altro giorno è andato, Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto: Nel 1983, per la prima volta senza Pier Farri, radunai il mio vecchio staff (Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso, Flaco alla chitarra, Vince Tempera alle tastiere) con, in più, il sassofonista Claudio Pascoli agli Stone Castle Studios, nel famoso castello di Carimate, in provincia di Como. cifrava il rebus dei cumulonembi. e l' Argentina è solo l' espressione di un' equazione senza risultato, shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... A Rimini la spiaggia com'è vuota, quasi inutile di marzo, io ricco, io senza soldi, io radicale. Se le impostazioni del browser che stai utilizzando per navigare su questo sito prevedono l'acquisizione dei cookies diamo per scontato che, insieme alla continuazione della navigazione di francescoguccini.it, intendi accettarne l'utilizzo.. da tempo e mare non s' impara niente...". shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell Francesco Guccini è stato definito da Umberto Eco il più colto dei nostri cantautori, ecco le sue canzoni più famose Esplora Sky Tg24, Sky Sport, Sky Video login News: Sinceramente, così trasformate, mi piacciono molto di più, mi sembrano quasi nuove…”. Sgt. Ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete, ridomandate, "Argentina" è il secondo brano: chi si aspetta ,il seguito di "Antenòr" si prepari invece ad un altro tipo di epica. Le canzoni italiane più rappresentative sul vino, per ascoltare, e non solo degustare la forza dell’ispirazione e della convivialità che suscita. “Bar della rabbia” Mannarino. A parte l'ottima riuscita delle canzoni, la qualità della musica, l'indovinata varietà dei testi, come al solito gradevolmente «scolastici» nelle rime, quello che, personalmente, amiamo in questo disco (come in tutti i dischi di Francesco) è la trasparente schiettezza: tra i solchi si sente, sempre, una vena genuina, sincera. E' forse soltanto una scusa per una descrizione quasi onomatopeica fra suoni e versi, orientaleggianti come l’ebraico del versetto della notte eterna della veglia umana, sentinella unica dell’intelletto, che raggiunge la vera conoscenza quando "sa di non sapere", quando capisce il suo “non capire”, quando si rende conto “che una risposta non ci sarà”. Parlare, poi di cosa? Mollare tutto e andare in Argentina, ... 4.Strofa dedicata a ottobre in Canzone dei 12 mesi di Guccini 5.The days of wine&roses (Henry Mancini, standard tratto dal film omonimo) Mi colpì soprattutto l'invito del profeta a insistere, a ridomandare, a tornare ancora senza stancarsi. c'è la notte, ah, la notte, e tutto è via, allontanato. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... e aspetto immobile che si spanda l' onda di tuono che seguirà È il turno di Shomér ma mi-llailah?, del 1983, tratta dal disco intitolato minimalisticamente Guccini. e sempre pronti a masticare il mondo. Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera, Potremmo andare avanti, scrivendoci un romanzo su quante canzoni, artisti e autori raccontano attraverso il vino, il proprio mondo, la propria denuncia, il proprio tormento d’amore. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell E' quasi come se questa volta Guccini fosse ancor più fosse ancor più coinvolto del solito in quello che scrive. Ma quando ti entra quella nostalgia che prende a volte per il non provato Francesco Guccini: «Senza vino, sigarette e donne mi consolo con la tv. Una ragazza che è più cornice che quadro: ognuno di noi può riempirla dei fantasmi e delle immagini che meglio crede. Compiendo poi quel rito inevitabile e abusato, Mi sembrava fattibile, così creammo anche per i concerti una band fissa che, con poche ma significative eccezioni, mi accompagna ancora oggi. e resteranno di uomini e di idee, polvere e segni, e il pomeriggio forse già sciupato... e tutto è invece la dimostrazione di quel poco che a vivere ci è dato Scopri le canzoni italiane più rappresentative sul vino. Presento una raccolta delle frasi più belle di Francesco Guccini, tratte prevalentemente dalle sua canzoni. These cookies do not store any personal information. o non è un tuo "Orient Express" speciale, locomotiva di fantasia. Le più belle frasi sul vino 2020: Raccolta di frasi celebri selezionate tra le più belle di sempre: citazioni, aforismi, proverbi, auguri io falso, io vero, io genio, io cretino. «Mi piace far canzoni e bere vino, ... Guccini, gli 80 anni del "poeta umile" che è già diventato un classico. sono stati scritti in inglese sul muro di Sarajevo da ignoto ammiratore di Guccini. In mezzo una vasta selezione di canzoni e un po’ di intrattenimento e gag. “La città vecchia” De Andrè. ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà, Si può raggiungere ogni parte del mondo in poche ore ma si è condannati a essere sempre turista. “mi piace far canzoni e bere vino” canta francesco guccini nella celebre “l’avvelenata”. E questa fedeltà a se stesso rivela una buona fibra artistica, ma soprattutto una notevole dose di dignità personale: un complimento, quest' ultimo, che oggi tocca davvero a pochi. Si vede che quando è coinvolto in prima persona il poeta non ha intenzione di recitare: anche lui, come i semplici mortali, cade nel dolciastro. ti accorgi con la forza dell' istinto che non son tuoi e tu non gli appartieni, corremmo coraggiosi e scalzi lungo la battigia: Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina “Assolutamente no! sentiva la crudele solitudine del nano Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, compositore, scrittore e attore italiano.La poetica di Guccini è contraddistinta dall'uso di diversi registri linguistici, da quello aulico a quello popolare.Nei suoi testi si possono trovare citazioni di grandi autori, e viene toccata un'enorme quantità di temi per giungere a conclusioni morali e politiche. dà ancora più tristezza mangiar male... Era il giusto personaggio per aumentare l'aria di mistero e irrealtà che la canzone indubbiamente ha".