La sua attività si dovrebbe orientare anche verso la ricerca, nelle sue varie articolazioni metodologiche (non si creda che l'unica modalità di fare ricerca nella scuola sia la ricerca-azione: Celi e Fontana (2003) hanno dimostrato la possibilità di realizzare semplici ricerche con buoni disegni sperimentali anche nelle realtà scolastiche). Un buon Piano educativo individualizzato è un buon mezzo di trasporto per l'identità dell'alunno verso l'essere adulto; certo non l'unico, ma, in questa fase, indispensabile. Gentile Sig.ra Ministra Fedeli, mi permetta di scriverle alcuni pensieri. Le norme, l'organizzazione, le istituzioni Le varie professioni agiscono in un quadro normativo, stratificato su più livelli (da quello europeo a quello comunale, fino ai regolamenti scolastici…) e spesso poco coordinato in modo funzionale ad una visione unitaria della persona disabile. Vita di un’insegnante di sostegno: il Piano Educativo Personalizzato L'insegnante "di sostegno" è invece un insegnante di "serie A", come tutti gli altri, e condivide con tutti gli altri colleghi i compiti professionali e le responsabilità sull'intera classe. 157-164. Quella si che è informazione professionale, quelli si che sono very giornalysty. 2. Per quanto riguarda gli alunni con Bisogni Educativi Speciali senza diagnosi psicologica e/o medica, abbiamo già accennato ci sono molti alunni con Bisogni Educativi Speciali che non hanno, perché non possono averla, una diagnosi psicologica e/o medica. Il Master Sostegno si svolge totalmente on line ed è diviso in due aree formative (psicopedagogica e didattica-metodologica) per la durata complessiva di 1500 ore, equivalenti a 60 CFU.È valutabile un massimo di 3 punti per gli aggiornamenti delle graduatorie di … Lo abbiamo chiesto ad Adele Fortunato. Organizzazione Mondiale della Sanità, ICF/Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, Erickson, Trento 2002. Condizioni fisiche e fattori contestuali agli estremi del modello: la mia dotazione biologica e l'ambiente in cui cresco, dove i fattori contestuali personali sono le dimensioni psicologiche che fanno da "sfondo interno" alle mie azioni (autostima, identità, motivazioni, ecc.). Non "ha" un suo alunno disabile, tutto per sé, in possesso esclusivo. Un mediatore che non si stanca di connettere, avvicinare, limare, fondere, trovare un filo di raccordo, di progetto comune, di impegno collettivo, di decisione condivisa, di patto operativo. Il sostegno alla famigliaL'insegnante specializzato per il sostegno può essere una fonte importante di aiuto e di supporto anche per la famiglia dell'alunno disabile, che ancora troppo spesso è da sola nel suo ciclo di vita. Da maestro di sostegno a molestatore di due bambine: grave l’accusa mossa nei confronti di un insegnante di Modena. In fase di progettazione di uscite didattiche e visite d’istruzione è necessario tener presenti le esigenze e le eventuali difficoltà degli alunni disabili ( attenzione a mete, mezzi di trasporto, presenza di barriere architettoniche, ecc. Nella grande dialettica tra queste due enormi classi di forze si trova il mio corpo, come concretamente è fatto (struttura) e come realmente funziona (funzioni). C. Jorgensen, Restructuring high schools for all students, Paul H. Brookes, Baltimora 1998. Come risulta evidente, i metodi e le risorse sopra accennate diventano preziose per un miglioramento della qualità della didattica non solo per l'alunno disabile, ma anche per tutti gli altri alunni, che ne beneficiano direttamente e indirettamente.3.6 Documentazione e ricercaL'insegnante specializzato dovrà possedere buone capacità di documentare l'insieme delle prassi di integrazione e di inclusione, connettendo questo materiale a quello presente nei Centri di documentazione del suo territorio e ad altre banche dati di interesse. Si tratta di una persona che ha competenze specifiche nell’ambito pedagogico e didattico, che le permettono di intraprendere, con lo studente a lui assegnato e con il gruppo classe, un percorso di integrazione, attraverso la mediazione. Orientamenti generali per una nuova politica dell'integrazione, Documento MIUR, in Difficoltà di apprendimento, 1999, 4, 3.Osservatorio permanente per l'integrazione scolastica MIUR, Progetto di corso pluriennale di specializzazione per gli insegnanti di sostegno: i 7 moduli, in Le leggi dell'integrazione scolastica e sociale, 2000, 1, 4. La formazione dell'insegnante di sostegno Dario Ianes (Centro Studi Erickson e Università di Bolzano) L'insegnante "di sostegno" è prima di tutto un insegnante: va ribadita e mai dimenticata questa affermazione banale, ma che non dobbiamo mai dare per scontata. D. Ianes D., F. Celi, S. Cramerotti, Il Piano educativo individualizzato - Progetto di vita. Segue gli allievi con bisogni educativi speciali con lezioni e attività adeguate all'età e alla tipologia e gravità della disabilità e accompagna il loro inserimento in … Una metodologia e più metodi per facilitare l'apprendimento Un insegnante specializzato per il sostegno dovrebbe possedere una forte cornice metodologica generale, in cui inscrivere, dare senso e sperimentare una ricca pluralità di metodi, interventi, materiali, tecniche educative e didattiche. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. 3.2. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali hanno bisogno di interventi individualizzati, tagliati accuratamente su misura della loro situazione di difficoltà e dei fattori che la originano e/o mantengono. Molti insegnanti per il sostegno non conoscono il ruolo e le competenze dei vari Enti e Istituzioni di un territorio, quello che debbono e possono fare per l'integrazione scolastica e sociale. Ma il mio essere agisce con delle reali capacità (attività personali) e partecipa socialmente (partecipazione sociale). Le loro difficoltà non corrispondono agli elenchi di segni/sintomi dei manuali diagnostici, la loro situazione sfugge a quei criteri scientifici, né hanno rassicuranti eziologie organiche. Si pensi, ad esempio, alle norme in ambito sanitario o sociale (la legge 328 del 2000, sul riordino dei Servizi sociali, introduce il concetto di Progetto globale di vita e di Piano di zona). D. Ianes, La diagnosi funzionale secondo l'ICF, Erickson, Trento 2004. Ma questi alunni ci sono, hanno difficoltà e creano difficoltà primariamente a loro stessi e poi agli altri Un primo tipo di situazione è quello definibile "svantaggio e deprivazione sociale": alunni che sono cresciuti in situazioni familiari/sociali povere, marginali, in contesti degradati. Altre famiglie possono invece essere centrifughe, senza regole chiare, disorganizzate, oppure rigide, oppressive, patologicamente protettive, altre ancora possono indurre valori e comportamenti divergenti rispetto all'istruzione e all'apprendimento. La collaborazione-mediazione professionale L'insegnante specializzato per il sostegno deve essere in grado di tessere reti di relazioni significative a livello professionale con i colleghi "normali", con gli educatori, con il personale assistenziale, con i familiari, con gli operatori sociali e sanitari, con le figure importanti di un territorio, con i rappresentanti degli Enti locali, di varie Amministrazioni, di Cooperative sociali, ecc. Su queste basi gli insegnanti si dovrebbero specializzare su competenze di ascolto attivo, comunicazione, problem solving collaborativo, analisi degli stress familiari, analisi delle risorse, ecc. Organizzazione Mondiale della Sanità, ICD-10/Decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e disturbi psichici e comportamentali, Masson, Milano 1992. ... Questo “malfunzionamento” ha aumentato il grado frustrazione e agitazione di Claudio. Non è un'etichetta discriminante quella di "Bisogno Educativo Speciale", perché è amplissima, non fa riferimento solo ad alcuni tipi di cause e soprattutto non è stabile nel tempo (non è una "diagnosi-destino"). Arranco, ma continuo con quella forza che ti provoca la frustrazione. C'è però bisogno di una cornice concettuale forte, super partes, che orienti questa lettura, una cornice concettuale che sia la stessa per cogliere le dimensioni essenziali dei bisogni "forti" e di quelli "deboli".L'ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002) credo sia il modello concettuale utile a questa lettura, che dovrebbe essere ben conosciuto dagli insegnanti specializzati. In questa dimensione professionale risulta evidente allora la necessità di disporre di buone competenze di mediazione interprofessionale e di collaborazione familiare. Con l'autonomia delle singole istituzioni scolastiche e il nuovo ruolo manageriale dei dirigenti l'organizzazione scolastica si è fatta più complessa e più varia, tra spinte creative locali e contrattazione sindacale collettiva. Questi rallentamenti o problematicità possono essere globali e pervasivi (ad es. D. Ianes, M. Tortello, La Qualità dell'integrazione scolastica, Erickson, Trento 1999a. Quando tutto questo va bene e agisce in sinergia, sarò sano, altrimenti malato, o disabile, o con Bisogni Educativi Speciali, oppure emarginato, ecc. Dovrebbe essere uno specialista di tavoli di concertazione e di decisione comune, dove aiuta tutti a comunicare realmente, a rispettare i ruoli, a scambiarseli, a decidere insieme, a fondere saperi e prospettive, mediando soluzioni nuove, diverse dalla semplice somma delle parti. "Un insegnante competente che permetta al contesto scolastico di essere competente, e non limiti e chiuda, quindi, la competenza alla sua presenza ma la colleghi all'investimento strutturale dell'ambiente scolastico" (Canevaro, 2002). Consideriamo la globalità del funzionamento (ovvero l'ICF nella conoscenza della salute e del funzionamento) Abbiamo visto che i Bisogni Educativi Speciali sono molti e diversi: una scuola davvero inclusiva dovrebbe essere in grado di leggerli tutti (individuando così il reale "fabbisogno" di risorse aggiuntive) e su questa base generare la dotazione di risorse adeguata a dare le risposte necessarie. Questa mappa si dovrà correggere e evolvere continuamente, con la conoscenza empirica e con lo studio. INCLUDEPICTURE "http://www.darioianes.it/img/focus1.jpg" \* MERGEFORMATINET La situazione di salute e di funzionamento di una persona è la risultante globale delle reciproche influenze tra i fattori rappresentati nello schema. Ovviamente, il peso dei singoli ambiti varierà da alunno ad alunno, anche all'interno di una stessa condizione biologica o contestuale ambientale. L. Tuffanelli, D. Ianes, Formare una testa ben fatta, Erickson, Trento 2003. Beh se leggi il FQ allora sì che siamo nel pieno della lettura di regime... Ringrazio lucetta10 per aver compreso il messaggio e non averlo strumentalizzato. INCLUDEPICTURE "http://www.darioianes.it/img/focus2.jpg" \* MERGEFORMATINET Le modalità dell'apprendimento, ovvero: come si apprende? Quale saranno poi le reali capacità di utilizzare nuovi profili professionali da parte delle istituzioni scolastiche autonome? 3. Casi di autismo in aumento, quali sono le strategie per un didattica inclusiva? Dario Ianes, in "Studium Educationis", ultimo numero.
) A fausta e Nashef piace questo messaggio. Un insegnante dunque che attiva sostegni e competenze varie nella vita scolastica di tutti e che non si racchiude in una relazione didattica individuale e separata con l'alunno disabile. Il loro bisogno normale di sviluppare competenze di autonomia, ad esempio, è complicato dal fatto che possono esserci deficit motori, cognitivi, oppure difficoltà familiari nel vivere positivamente l'autonomia e la crescita; in questo senso il bisogno educativo diventa "speciale". îœ ÿÿ ÿÿ ÿÿ ¤ b b b b v & ¶ � ( ¶ ¶ ¶ ¶ ‘ ‘ ‘ ¥ § § § § § § $ Ü h D ” Ë ‘ ‘ ‘ ‘ ‘ Ë ¶ ¶ Û à õ õ õ ‘ N ¶ ¶ ¥ õ ‘ ¥ õ õ õ ¶ ‚ ØfpuÌ b ß õ ¥ ö 0 & õ Ø ß Ø õ Ø õ ° ‘ ‘ õ ‘ ‘ ‘ ‘ ‘ Ë Ë õ ‘ ‘ ‘ & ‘ ‘ ‘ ‘ $ > $ > ÿÿÿÿ La formazione dell'insegnante di sostegnoDario Ianes (Centro Studi Erickson e Università di Bolzano) L'insegnante "di sostegno" è prima di tutto un insegnante: va ribadita e mai dimenticata questa affermazione banale, ma che non dobbiamo mai dare per scontata. Da qui all'uso generalizzato di strategie metacognitive di apprendimento per tutti gli alunni, più consapevoli e autonomi, la linea di evoluzione è diretta. Le famiglie possono fronteggiare il loro stress in modo problematico, assente o aggressivo, iperprotettivo o centrifugo, oppure possono essere una fonte inesauribile di risorse e di coinvolgimento, di stimolo all'autonomia e alla crescita. A. Canevaro, Insegnanti specializzati per il sostegno, in L'integrazione scolastica e sociale, 2002, 1, 2. R.E. Diventa insegnante di sostegno in Romania, corso online in 4 mesi. Si potrebbe dire che ogni bambino potrebbe incontrare nella sua vita una situazione che gli crea Bisogni Educativi Speciali; dunque è una condizione che ci riguarda tutti e a cui siamo tenuti, deontologicamente e politicamente, a rispondere in modo adeguato. In generale, il compito dell’insegnante di sostegno è quello di seguire nell’apprendimento alunni con bisogni educativi speciali, che presentato un disturbo o un deficit nell’apprendimento accertato a seguito di opportuni esami medici [1].. L’insegnante, per provare a tranquillizzarlo, gli ha proposto l’uso del computer pur sapendo che le … Questa logica della "scorciatoia" non sorprende affatto, vista la storia dei Corsi biennali di specializzazione, che ancora perdura nei vari corsi SSIS di 800 ore. Una specializzazione avrebbe più senso come successiva acquisizione di competenze specialistiche evolute, sulla base di una professionalità di base già accertata e messa in azione nell'insegnamento. UNA FORTE SPECIALIZZAZIONE (O PIÙ?) L’insegnante di sostegno, dunque, si trova nel mezzo tra mondi e aspettative diverse, ma lavora nella scuola: un ambiente strutturato in un certo modo, ... la frustrazione, la delusione dell’alunno che via via, col passare del tempo, inizia a intuire che ha qualcosa che non va, che ha qualcosa di … Ma anche fissando assieme regole, confini, limiti e tutele della professionalità degli insegnanti, che non dovrebbero, in nome di un eccesso di "familismo" essere al servizio di ogni capriccio dei genitori e colludere in alcune scelte "tecniche" della famiglia che possono essere addirittura controproducenti per l'alunno. ĞÏࡱá > şÿ ¤ ¦ şÿÿÿ ¢ £ ÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿì¥Á '` ø¿ î¤ bjbjLULU .® .? Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità, ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta.